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Denunciata dai propri vicini di casa quando aveva novant’anni: donna di San Marzano di San Giuseppe (TA) assolta con formula piena alle soglie dei novantotto

Era stata denunciata da una propria vicina di casa per i reati di minacce e lesioni colposequando aveva da poco compiuto novant’anni.

Questa mattina, all’esito di un processo iniziato nel 2017 davanti al Giudice di Pace di San Giorgio Jonico, la signora A. B., novantottenne di San Marzano di San Giuseppe (TA), è stata assolta con formula piena da tutte le accuse elevate a suo carico.

La donna era accusata del reato di cui all’art. 612 c.p. <perché minacciava un danno ingiusto alla “vicina di casa” S. C. (all’epoca dei fatti poco più che quarantenne, nda) – ed al suo compagno A. F. – dicendo “ve la farò vedere io; vi farò fare una brutta fine; vi devo fare male a tutta la vostra famiglia>.

Inoltre la anziana donna rispondeva del reato di cui all’art. 590 c.p. <perché, per colpa, utilizzando in modo negligente, imprudente ed imperito, la creolina, “sostanza tossica”, per igienizzare il marciapiede adiacente la propria abitazione, versandone grande quantità sulla pubblica via, adiacente l’abitazione di S. C., cagionava lesioni personali alla C. predetta, in stato di gravidanza alla 17^ settimana, consistite in “stato di malessere generalizzato e stato ansioso, in seguito ad inalazione di vapori tossici”, guaribili in giorni 1, salvo complicazioni”>.

Per lei il Pubblico Ministero di udienza aveva chiesto la condanna per entrambi i capi di imputazione.

Analoga richiesta era stata formulata dalle presunte persone offese, costituitesi parti civili.

Il Giudice di Pace di San Giorgio Jonico, dott.ssa Marisa di Santo, all’esito di una articolata istruttoria dibattimentale, consistita sia nell’ascolto di tutte le parti in causa che nella visione delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza di entrambe le abitazioni, ha invece assolto l’imputata da tutti i reati a lei ascritti con la formula più ampia del “perché il fatto non sussiste”.

Nella propria difesa, l’avv. Domenico Attanasi (Studio OPEN – Avvocati di Francavilla Fontana) aveva sostenuto la assoluta inverosimiglianza del racconto delle presunte persone offese, peraltro smentito dalle immagini captate dal sistema di videosorveglianza, nonché l’insussistenza di qualunque processo patologico “apprezzabile” a carico della denunciante e come tale idoneo a fare ritenere integrato il reato di lesioni colpose.

Le motivazioni della sentenza saranno rese tra 90 giorni.

Nel frattempo l’avv. Domenico Attanasi si dice estremamente soddisfatto “per la conclusione di una vicenda che, per quanto apparentemente bagatellare, rappresenta forse un caso unico in ragione della età avanzatissima della imputata e anche emblematico degli effetti paradossali che possono essere provocati dalla durata media dei processi.

Alla mia assistita va riconosciuto il merito di avere saputo attendere con tenacia, pazienza e fiducia l’esito di una vicenda per molti aspetti grottescae che la vedeva del tutto incolpevolmente coinvolta”.