la voce a Sud

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dal direttore

Io bracciante …

In un mio scritto del 7 di agosto  scrivevo di qualcosa che riguarda la mia vita,qualcuno potrebbe pensare  che i fatti raccontati non fossero veri.

Ricordo come fosse ieri il mio primo giorno di vendemmia  a Brindisi.

Partimmo da Torre su un Fiat 850 condotto da V.V. vivente la fattora era I.O. adesso defunta.

Il vigneto trovavasi dove adesso sorge l’ufficio del Giudice di Pace di Brindisi.Era malvasia bianca,Il proprietario era un omone grande e grosso.Arrivati lì appena mi vide non mi voleva far lavorare perchè ero troppo piccolo.Lo supplicai e insieme a me anche  i più grandi.Alla fine mi misero su un filare sulla rasola che era un interfilare utilizzato dagli uomini che  a spalla portavano l’uva verso i camion e dove c’era un uomo che svuotava i secchi di noi vendemmiatori nelle tinelle  che all’epoca erano di materiale ferroso. Lo fecero perchè il secchio che avevo  quando era pieno pesava più di me e quindi stando sulla rasola era più facile che io lo svuotassi.

I filari erano lunghissimi  la giornata incominciava  e finiva quando finiva un filare.Cominciammo alle 5,30 circa finimmo verso le 11,30.

Ero felicissimo mi ero fatto onore senza che nessuno mi aiutasse ero rimasto al pari degli altri.Anche il proprietario  rimase contento e non la finiva più di dirmi bravo.

Speravamo  di arrivare presto a casa ma non fu così.Il caporale  aveva altri viaggi di ritorno e  noi dovemmo  aspettare all’ombra delle erigende prime palazzine del rione Paradiso .Arrivammo a casa alle tre ,mangiai e mi addormentai ,mi svegliò mia madre la mattina successiva alle quattro dovevo ripartire.Ero felice stavo cominciando a diventare utile per la mia famiglia.Anche se da quando avevo cinque sei anni  il raccogliere e  lo infilare il tabacco,il raccogliere i fichi  e le mandorle erano  quotidiani impegni di lavoro e l’inverno dovevo girare sittatu alla culazza del traino che mio padre usava per fare lu catta e vinni. Da allora in poi non ne perdevo una.Anzi il pomeriggio facevamo straordinario,mezza giornata nelle vigne di Torre  dove la paga giornaliera era di 800-900 lire e così il pomeriggio ce ne davano la metà.Consegnavo tutto a mia madre .La mia paghetta era di 300-400 lire la settimana.

Ero contento,eravamo tutti contenti quando si lavorava e si contribuiva  nostro  benessere.

Con me  in quegli anni lavoravano le sorelle Caroli,le gemelle Cesaria,Antonio Morleo ,Anna Scarciglia,la Palmina  e tanti altri che non ricordo.

Non mi sono mai sentito  contento di dover essere quasi schiavo  ma mi è servito per  mettercela tutta per  arrivare dove volevo arrivare.La rabbia dentro mi serviva da carburante.

Vi racconterò di altro e di altri .Vi racconterò di lavori e impegni.Non dimenticherò mai  da dove sono partito  .Non mi abituerò  a vedere inattivismi distruttivi.

 

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