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TORRE: BUON NATALE DAL POETA CONTADINO

QUELLA NOTTE DI NATALE

Un Inverno negli anni sessanta,
era esattamente la notte santa.
Giungeva una serata troppo scrura,
il vento calbrese batteva le mura.
Mi trovai in quel vento così forte,
tremavano persino i vetri e le porte.
Con il cielo grigio che c’era,
il pomeriggio fù subito sera.
Percorrendo l’incrocio frettolosamente,
mi trovai nel bel mezzo di una corrente.
Così vidi una porta spalancata,
Infatti si era rotta la vetrata.
Ed io entrai così incuriosito,
senza nessun biglietto di invito.
Subito intravidi un vecchietto,
che si riscaldava al caminetto.
Infreddolito se ne stava seduto,
per quanto l’ho riconosciuto.
La sua età mi portava inganni,
sembrava vicino ai novant’anni.
” Buona sera nunnu Salvatore,
che rattrista tutto questo rumore?”
Mi guarda così brutto e tristemente,
mi fissa con gli occhi e non dice niente.
Tornai indietro e rincasai pensieroso,
mi metto a letto per un po di riposo.
La mattina mi metto a pensare,
dal vecchietto dovrei tornare.
Mi avvio verso la sua casa così presto,
e vedo il lutto appeso al manifesto.
Subito domandai ai suoi parenti,
la notte si era spento seramente.
Io vorrei andare alla corte,
forse per me ha avuto la morte.
Vedendo la bara mi avvicinai,
a Gesu bambino mi consegnai.
Sono stato cattivo non un essere umano,
ho mancato la sera a non dargli una mano.
Così arrivò una voce da lontano,
” questo non è di un essere umano”.
Era arrivata quell’ora d’onore,
l’ha portato con se nonstro Signore

BELLO ENRICO

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