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Depuratore a Urmo, atto masochistico dei sindaci

A ricordarlo, rifacendosi a documenti contenuti nella relazione tecnica del nuovo progetto di fattibilità per il riutilizzo dei reflui depurati e relativi scarichi complementari che l’Aqp ha presentato all’Ufficio per le…

fonte lavocedimanduria.it

Mentre i sostenitori del «No scarico in mare, Sì al depuratore lontano dalla costa» si preparano per organizzare al meglio la manifestazione popolare del primo agosto (Torre Colimena, piazzale dell’omonima torre con interventi di artisti vari e liberi cittadini delegati dal comitato promotore), l’interesse della gente si sposta sulle responsabilità di chi, in passato, ha individuato zona così vicina al mare come sito del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava. E si scopre che, almeno in questo, né la Regione Puglia e né l’Acquedotto pugliese hanno responsabilità.

A ricordarlo, rifacendosi a documenti contenuti nella relazione tecnica del nuovo progetto di fattibilità per il riutilizzo dei reflui depurati e relativi scarichi complementari che l’Aqp ha presentato all’Ufficio per le valutazioni ambientali della Regione, è l’ex sindaco di Avetrana, Luigi Conte (in “Riflettori su” pubblichiamo il suo intervento integrale), che rispolvera un documento vecchio di cinque anni. «Si viene a sapere – scrive l’ex primo cittadino del Partito democratico, attualmente consigliere comunale indipendente -, che nel 2014 gli allora sindaci di Manduria e Avetrana, rispettivamente Roberto Massafra e Marco De Marco, sottoscrissero una proposta in cui si decide di allocare il depuratore-mostro a ridosso di Urmo-Belsito». (Sona residenziale, questa, che ricade in territorio di Avetrana, Ndr). L’aspetto più sconcertante che il consigliere Conte definisce come «un vero capolavoro di masochismo», attribuendolo ai dei due ex sindaci, è che i firmatari di quell’accordo sarebbero stati «consapevoli dell’indubbia penalizzazione» che tale atto avrebbe comportato per i propri cittadini. Gli avetranesi per la localizzazione del depuratore in contiguità con l’area residenziale di Urmo Belsito e i manduriani perché il loro sindaco Massafra, ha scelto il sito di Masseria Marina (San Pietro in Bevagna, Ndr) come recapito finale con le trincee drenanti.

È di ieri, invece, un’altra presa di posizione contraria ai piani attuali di Aqp e Regione Puglia. Con una lunga relazione più tecnica che politica, i responsabili provinciale e cittadino del movimento «Idea» dell’ex ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliarella, hanno presentato una serie di «osservazioni al progetto del depuratore consortile». Il documento lungo dieci pagine fa emergere numerose contraddizioni e presunte irregolarità nell’intero iter autorizzativo, sia vecchio che recente, con particolare attenzione allo scarico complementare previsto nel bacino di Torre Colimena e quindi in mare e ai lavori di interramento delle condutture che sconfinerebbero in zone sottoposte a obblighi di tutela di varia natura. Latto che porta la firma del presidente provinciale di Idea, Salvatore Faggiano e del coordinatore cittadino di Manduria, Giuseppe Coco, è indirizzato alle massime cariche istituzionali della Regione Puglia, ai responsabili tecnici di Aqp e al Ministero per i beni ambientali.

Nazareno Dinoi