la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

cronaca

Dolori addominali dopo un incidente: ricoverata, si aggrava e muore, indagati 43 medici

fonte corrieresalentino.it

LECCE/MASSAFRA – Muore al “Vito Fazzi” per le complicanze a seguito di un incidente stradale e dopo la denuncia dei familiari scatta l’inchiesta sul decesso di una 73enne, originaria di Massafra. I nomi di 43 medici, in servizio negli ospedali di Manduria e Lecce, insieme a quello dell’automobilista coinvolto nel sinistro, sono stati iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Paola Guglielmi, titolare del fascicolo. L’avviso di garanzia si deve ritenere un atto dovuto per consentire agli indagati e ai familiari della vittima (assistiti, tra gli altri, dall’avvocato Sergio Cicerone), di nominare dei propri consulenti in vista dell’autopsia che il magistrato inquirente conferirà il 6 dicembre prossimo.

È stata la denuncia dei familiari a mettere in moto l’indagine sulla morte di Orsola Gaglione, nata a Napoli ma residente a Massafra, deceduta il 7 ottobre scorso al “Vito Fazzi”. L’incidente risale al primo pomeriggio del 26 agosto nel centro di Pulsano. La donna si trovava sul sedile del passeggero dell’auto guidata da una seconda persona. Per una mancata precedenza di un altro mezzo l’anziana rimase ferita. E per i forti dolori addominali venne immediatamente ricoverata nel reparto di chirurgia genrale dell’ospedale di Manduria fino al 21 settembre quando, per le complicanze a livello clinico, l’anziana venbe trasferita al “Vito Fazzi”, in rianimazione. Le condizioni di salute, però, non migliorarono. Anzi. Fino al decesso il 7 ottobre scorso.

Dopo la denuncia, su delega del pm, i carabinieri della sezione di pg in servizio presso la Procura hanno sequestrato le cartelle cliniche della paziente e proceduto a identificare tutti i medici che hanno tenuto in cura la donna. Saranno ora gli accertamenti medico-legali ad appurare se il decesso della donna poteva essere scongiurato e se i dottori abbiano seguito i protocolli nelle cure e nelle assistenze. I medici sono difesi, d’ufficio, dall’avvocato Ivan Feola.