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Vannini, la madre: “Potevano salvarlo e non l’hanno fatto. Marco era il sole, gli volevano bene tutti”

fonte vocedinapoli.it

Avevo cresciuto mio figlio da persona per bene. Una persona che tutti avrebbero voluto avere come figlio, cugino o amico. Le sue foto parlano, come parla il suo sorriso. Era una persona pulita e non meritava quello che gli e’ stato fatto“.

Così Marina Conte, madre di Marco Vannini. A proposito della famiglia Ciontoli ha aggiunto: “Lo potevano salvare ma non lo hanno fatto. Nessuno si è preoccupato di Marco. Nessuno di loro ha mai parlato di Marco. Nessuno di loro ha detto una parola su di lui. Hanno sempre pensato solo ed esclusivamente ai loro interessi“.

LA SENTENZA –  Ci sarà un nuovo processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma per l’omicidio di Marco Vannini. La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui i giudici di secondo grado avevano riqualificato il reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo, infliggendo al principale imputato, Antonio Ciontoli 5 anni di reclusione a fronte dei 14 comminatigli in primo grado.

Con il processo d’appello-bis, dunque, si valuterà un aumento di pena: è stato accolto il ricorso della procura generale e delle parti civili, e respinto il ricorso della difesa. Nuovo processo anche per la moglie di Ciontoli, Maria Pizzillo, il figlio Federico e la figlia Martina. I genitori di Marco Vannini, Marina e Valerio, ascoltata la sentenza della Prima sezione di Cassazione che ha rinviato tutta la famiglia Ciontoli a nuovo processo, è uscita dall’aula esultando e abbracciando i familiari presenti al Palazzaccio. Assente durante la pronuncia Antonio Ciontoli.

Questa vicenda è gravissima, quasi disumana: aveva contestato un reato di omicidio all’interno di mura domestiche. Marco Vannini era in casa della sua fidanzata, era il fidanzato di MartinaCiontoli e come tale doveva essere trattato”. Lo ha rilevato il sostituto pg Elisabetta Ceniccola nella sua requisitoria davanti alla prima sezione penale della Cassazione, chiedendo di celebrare un nuovo processo per tutti gli imputati – l’intera famiglia Ciontoli – annullando la sentenza d’appello che li aveva condannati per omicidio colposo. Per il pg vanno accolti i ricorsi della procura generale di Roma e dei familiari di Vannini (parti civili nel processo) secondo i quali si tratto’ di omicidio volontario.

Nel processo sulla morte di Marco Vannini era imputata l’intera famiglia Ciontoli, padre, madre e due figli. Il procedimento di appello, a Roma, si è chiuso nel gennaio del 2019 con la pena del principale imputato, Antonio Ciontoli, passata da 14 a 5 anni, e la condanna a tre anni, come in primo grado, per la moglie, il figlio e la figlia del militare che nel 2015 sparò, in circostanze mai del tutto chiarite, al 21enne di Cerveteri.

Ciontoli, militare di carriera, ammise che il giovane era stato colpito, per errore, da un proiettile, solo davanti al medico di turno: la ferita che aveva sotto l’ascella destra, a prima vista, non lasciava pensare a un colpo di arma da fuoco, ma il giovane aveva perso oltre due litri di sangue. Il proiettile aveva ferito gravemente il cuore e i polmoni, ma se fosse stato trasportato subito in ospedale, secondo i periti del tribunale, con tutta probabilità si sarebbe salvato.