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“Terregiunte”, Bruno Vespa mette insieme Primitivo con Amarone e anche Emiliano con Zaia

Fonte: lavocedimanduria.it


Seratona ieri nella «Masseria Li Reni» della famiglia Vespa (Bruno) con il gotha dell’enologia italiana, della politica e del bel canto. E naturalmente del giornalismo con il conduttore Rai che ha aperto agli ospiti il suo antico palazzotto, un vecchio monastero del ‘500 sperduto nelle campagne di Manduria. Luogo ideale e suggestivo per un battesimo di tutto rispetto, con padrini e invitati importanti, quello del «Terregiunte», il vino firmato Vespa (Bruno) e Boscaini (Sandro), nuovo blend sofisticatissimo che unisce due vitigni tra i più blasonati delle rispettive regioni: il pugliese Primitivo di Manduria e l’Amarone veneto. A saldare l’unione, politica in questo caso, i presidenti delle due regioni, il veneto Luca Zaia e il pugliese Michele Emiliano. L’acqua santa sulla nuova creatura dall’etichetta bianca e il colletto nero, è stata aspersa dal vescovo di Oria e Manduria, monsignor Vincenzo Pisanello. Tra gli invitati anche Al Bano Carrisi accompagnato per l’occasione dalla moglie Loredana Lecciso.

«È stato un grosso sforzo venire qui, ma è un impegno che dovevo onorare», ha detto Zaia salutando il padrone di casa. Il governatore Emiliano si è detto addirittura emozionato nel vedere il suo omologo veneto. «In questi tre mesi abbiamo lavorato bene insieme contro il Covid, ma solo in videoconferenza ed ora non nascondo una certa commozione», ha detto Emiliano. Bruno Vespa con i due figli e la moglie che facevano gli onori di casa, ha presentato la nuova creatura, il «Vino d’Italia Terregiunte» che Emiliano ha definito una «genialata che solo uno come Vespa poteva realizzare». Il conduttore di Porta a Porta che con umiltà ieri ha parlato da «piccolo vignaiolo», ha espresso il suo sogno: «unire con due grandi vini due grandi regioni e fare meglio dei francesi che sanno vendere meglio di noi il proprio prodotto». Alla réunion erano presenti anche gli autori materiali dell’unione tra i due vitigni, gli enologi Riccardo Cotarella e Andrea dal Cin.

Nazareno Dinoi