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cronaca

Mazzette in cambio di protesi nell’ufficio Asl: in due patteggiano 5 anni e mezzo

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE – Primi verdetti nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo delle presunte mazzette intascate in cambio di autorizzazioni per le pratiche di protesi. In due hanno patteggiato: a 3 anni e 6 mesi, Pietro Bonetti, il 71enne che si sarebbe prestato al “gioco” lasciando in più bustarelle circa 16mila euro nell’ufficio della responsabile e ulteriori 1600 euro per il tramite di una sua collaboratrice con il riconoscimento dell’attenuante dell’articolo 323 bis del cpc, ossia della confessione fornita dall’imputato. Contestualmente con la sentenza a Bonetti sono stati revocati i domiciliari; a 2 anni, pena sospesa, Monica Franchini, 49 anni di Lecce. Il gup Simona Panzera ha ritenuto congrue le pene concordate dagli avvocati
Amilcare Tana e Vincenzo Licci per Bonetti e dagli avvocati Luigi Covella e Giovanni Gabellone per la seconda. Sarà giudicata in abbreviato, a maggio, l’ex responsabile dell’Ufficio Protesi dell’Asl di Lecce Carmen Genovasi insieme a Giuseppe Bruno, 57 anni, di Collemeto (frazione di Galatina).

Favori nelle forme più disparate. Soldi e non solo. Lo stesso Bonetti, racconta l’indagine (condotta dai militari della Guardia di Finanza di Lecce), si sarebbe speso per la Genovasi assecondando richieste diverse. Come assumere il marito per un paio di mesi ad inizio anno al fine di far maturare al coniuge l’indennità di disoccupazione. Soldi versati senza che il marito svolgesse di fatto alcuna attività lavorativa come espressamente richiesto dalla stessa Genovese. O prestazioni di servizi gratuiti come la custodia del cane. Un cliché adottato anche con gli altri indagati.

Nel caso dei rapporti con Bruno Giuseppe si parla di ripetute somme di denaro in contanti direttamente consegnate nell’ufficio della Responsabile; di un saturimetro e di un termometro. Proprio un incontro con Bruno dell’8 giugno scorso portò all’arresto della donna e del dipendente della società dopo l’ennesima mazzetta lasciata sulla scrivania della Genovasi: 850 euro contenuti in una busta gialla con apposta a penna la dicitura “Giuseppe”. Soldi, il filo rosso dell’inchiesta. Come nel rapporto con Monica Franchini contraddistinto dalla consegna di almeno 4 somme di denaro anche per importi di 150 euro alla volta. Sulla scrivania della Genovasi sarebbero transitati anche due caciocavalli come gesto di ricompensa per il suo intervento in favore di un soggetto che aveva lamentato il mancato riconoscimento della fornitura di una scarpa ortopedica.

In quell’occasione, era il 28 gennaio, la Genovasi avrebbe suggerito di sottoporsi ad una nuova visita specialistica indicando falsamente di avere la residenza a Lecce e non a Presicce così da poter indirizzare la pratica al distretto dell’Asl di Lecce ed occuparsene personalmente precisando altresì di riferire al medico specialista di essere “zio della Genovasi”. Ed effettivamente, dopo aver effettuato la nuova visita, il supporto protesico venne concesso all’interlocutore della Responsabile dell’ufficio. Condotte illecite che nel linguaggio giuridico sono state tradotte nei reati di corruzione per un atto contrario ai propri doveri, turbata libertà degli incanti, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici.