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Coronavirus, da oggi la Puglia è zona rossa: ecco le regole da seguire

Fonte:repubblica

Il lockdown è iniziato allo scoccare della mezzanotte e durerà per almeno per 15 giorni, sempre che il virus non continui a picchiare duro sulla Puglia. Dunque, l’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che piazza la regione in zona rossa resterà in piedi fino a lunedì 29 marzo.

Sino ad allora bisognerà fare i conti con le regole decise dal governo – quelle messe nero su bianco nel primo dpcm dell’era Draghi – e con i paletti fissati dalla Regione, da un lato, e dai singoli Comuni dall’altro. Tutti provvedimenti che Speranza non ha demolito con la sua ordinanza e che hanno anche una durata diversa. Salvo revoche o modifiche dell’ultima ora.

La vita dei pugliesi cambia e, per molti versi, è come fare un salto indietro nel tempo di un anno.

La prima regola da tenere a mente è quella per la quale non è possibile uscire di casa se non per andare a fare la spesa (soltanto una persona per famiglia), buttare la spazzatura, fare una passeggiata nei dintorni di casa (anche con i figli), portare fuori il cane (ma sempre nei pressi dell’abitazione), raggiungere la chiesa o il luogo di culto più vicino o andare a comprare il giornale. Resta sempre consentito il ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Naturalmente valgono le tre eccezioni che abbiamo imparato a conoscere e aprono alla possibilità di spostarsi per motivi di salute, stato di necessità oppure per motivi di lavoro anche al di là dei confini della regione. E torna l’autocertificazione da portare con sé in caso di controlli delle forze dell’ordine (altrimenti sarà compilata da agenti o militari).

Bar e ristoranti:

Restano aperti soltanto per l’asporto. Ma se nel resto d’Italia è consentito farlo fino alle 22, in Puglia le cose cambiano. Perché l’ordinanza varata dal governatore Michele Emiliano il 10 marzo scorso vieta l’asporto di alimenti e bevande già a partire dalle 18 nei giorni festivi e prefestivi: “Da qualsiasi esercizio o attività commerciale”, si legge nel provvedimento. Regole più severe, dunque. L’unica eccezione è prevista per le aree di servizio lungo le autostrade e la statale 16. Mentre per le consegne a domicilio non ci sono limiti orari.

Gli altri negozi

In generale le attività che fanno commercio al dettaglio devono abbassare le saracinesche, a meno che non rientrino nell’elenco delle 29 attività considerate essenziali dal dpcm del premier (dall’allegato 23, in particolare). Si va dalla vendita di generi alimentari, market e supermarket compresi, alle librerie; da farmacie e parafarmacie ai benzinai, dalle edicole ai negozi di telefonia ed elettrodomestici, fino a fiorai, vivai e agenzie funebri. 

A Bari e negli altri comuni dell’area metropolitana che hanno adottato lo stesso modello, però, ci sono casi nei quali per l’ordinanza del ministro alcune attività possono restare aperte e in base all’ordinanza del sindaco Antonio Decaro no. O meglio possono aprire, sì, ma devono chiudere tutti i giorni alle 19. Almeno fino al 28 marzo e, appunto, al netto delle regole generali fissate dal governo. È il caso dei negozi di abbigliamento per bambini. Nessuna differenza per parrucchieri, barbieri e centri estetici: tutti chiusi.

Parchi e giardini:

In base alle regole di Palazzo Chigi possono restare aperti, ma a Bari, come negli altri 40 comuni dell’hinterland, che hanno adottato lo stesso modello secondo quanto deciso dal Comitato metropolitano, parchi è giardini recintati chiudono alle 18. E rimangono off-limits nei finesettimana.

Scuola

Tutti gli istituti, asili nido e sezioni primavera compresi, restano chiusi. Dalle elementari in su è prevista la didattica a distanza. In aula possono andare gli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali (Bes) e, come chiarisce una nota del ministero dell’Istruzione, i loro docenti e un gruppetto di loro compagni di classe a rotazione, secondo le regole generali scritte a Roma. Non ci sono altre regole sul punto cadono nel vuoto le ordinanze regionali.

L’obiettivo della zona rossa è piegare la curva dei contagi che, anche (e forse soprattutto) per il diffondersi della variante inglese, è andata fuori controllo, dati alla mano.

E allentare la pressione sugli ospedali, che sta diventando insostenibile. Anche nelle Terapie intensive.