la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

notizie

L’Antimafia chiede pene elevate per presunti schiavisti tra Brindisi e Lecce

La Direzione Distrettuale Antimafiasalentina ha chiesto pene elevate per i 9 imputati nel processo ai vertici e dipendenti della società TecnovaItalia, in corso innanzi alla Corte d’Assise di Lecce.

La Società, avente un tempo sede a Brindisi è ormai fallita, ma rimane gravissima la ricostruzione dei fatti operata dai magistrati antimafia, che per legge si occupano dei reati contestati agli imputati i quali avrebbero operato in associazione a delinquere finalizzata alla induzione in schiavitù ed estorsione. Nel corso del processo, la pubblica accusa ha dovuto chiedere invece la dichiarazione di prescrizione per il reato di favoreggiamento della immigrazione clandestina.

Gli imputati per cui è stata chiesta la condanna avrebbero, fino ad aprile 2011,reclutato lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno, e con una paga da fame di 2 euro all’ora, gli avrebbero costretti a lavorareper 12 ore in ogni condizione atmosferica, tra i pannelli fotovoltaici del brindisino e leccese, tra cui in Francavilla Fontana, Torre Santa Susanna e Cellino S.M.

Tra 10 e i 18 anni di reclusione sono stati chiesti dal Pubblico Ministero per i soci, gli amministratori e i capi cantiere, tra 8 e 6 anni invece per i responsabili della società su Brindisi, alcune assoluzioni per le posizioni più defilate all’interno dell’Ufficio di Brindisi.