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Il sindacato della Penitenziaria in allarme per la situazione delle carceri, chiede interventi ai Prefetti

Il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, con riferimento alla situazione delle carceri pugliesi, ha fatto prevenire ai Prefetti, in qualità di autorità di governo territoriale,  di Lecce, Taranto, Brindisi, Bari, Foggia,  Barletta-Andria-Trani, una lettera di denuncia del grave allarme in cui gli agenti svolgono il loro delicato lavoro, a contatto con una popolazione detenuta in fermento e rispetto alla quale si sconta una grave carenza di personale.

La situazione è resa ancora più inquietante, di fronte ai sempre più ricorrenti ritrovamenti di microcellulari e stupefacenti nelle celle. La facilità con cui riescono a superare i controlli, di fatto, frustra la finalità restrittiva del carcere.

Dall’analisi delle comunicazioni in entrata e uscita, dei momenti di condivisione tra detenuti e della situazione nazionale, il sindacato di Polizia Penitenziaria, ritiene che si debba evitare la convergenza di interessi alla instabilità carceraria da parte degli appartenenti alla criminalità organizzata e a gruppi anarchici, presenti in Puglia.

Qualche giorno fa, la perquisizione di una cella del Carcere Borgo San Nicola di Lecce, ha fatto sequestrare ben 18 telefoni e droga, ad un detenuto campano condannato per Camorra.

Dal Carcere di Melfi è invece giunta notizia del rischio di evasione di un detenuto appartenente alla Sacra Corona Unita, che avrebbe voluto sfruttare  l’avvenuta morte del padre, in Salento, per tentare di evadere. Scoperti i segnali, anche in questo caso la presenza di un telefono, gli è stato vietata la visita al cimitero e sono partite indagini della Procura Antimafia.

Nel periodo della pandemia, si registrò una sconcertante maxi evasione dal carcere di Foggia, e tumulti in altre carceri di Italia. Gli evasi furono tutti arrestati.

Di talchè, anche con richieste al Ministero della Giustizia e al suo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che gestisce da Roma, la sicurezza dei penitenziari, il Corpo di Polizia e i suoi sindacati, hanno proposto l’impiego di strumenti elettronici che interrompano le linee telefoniche mobili tra le celle, l’installazione di avanzati allarmi anti intrusione e anti evasione, l’aumento degli agenti, anche con il dispiegamento del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria, la cui funzione è quella di intervento speciale in caso di rivolta carceraria, una più rapida e facile decisione di trasferimento dei detenuti in carceri lontane dal territorio di provenienza e un più frequente e sistematico piano di perquisizione delle celle.

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