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politica

Piano casa, Azione: “Bene ddl. Proporremo piccole modifiche per renderlo più green, ammettendo anche le zone A, D e a standard”

Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e i Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale urbanistica Anna Martellotta.

“Va bene il disegno di legge della Giunta per il nuovo Piano casa. Proporremo piccole modifiche per renderlo più compatibile con le indicazioni contenute nella proposta di direttiva europea Prestazioni Energetiche degli Edifici (Casa green), ammettendo tra gli ambiti consentiti anche le zone A, D e a standard.
L’obiettivo delle nostre proposte di modifica è la promozione degli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico di tutto il parco immobiliare pugliese, così da ridurre le emissioni nocive del 50%, entro il 2030, e del 100% entro il 2050.
La riuscita di tutte le iniziative ambientali, come quella del Piano casa, è strettamente legata all’economia di mercato, con alti profili di socialità. Infatti: riqualificare il patrimonio edilizio e ridurre le emissioni nocive, soprattutto per gli immobili più vecchi, non può che avvenire attraverso un sistema di incentivi volumetrici, forieri peraltro di gettito fiscale statale e locale (oneri di urbanizzazione e monetizzazione degli standard). Fuori dal sistema degli incentivi volumetrici ci pare quasi impossibile raggiungere il risultato dell’efficientamento e della riduzione delle emissioni nocive, a meno che non si usi la leva della maggiore tassazione per coprire nuovi bonus; cosa già di suo insostenibile ma impossibile in un tempo d’inflazione galoppante.
Accanto a questi evidenti profili ambientali, da raggiungere utilizzando le leggi del mercato, rilevano profili sociali di grande importanza, a cominciare dal sostegno a un settore ad alta densità di posti di lavoro (il piatto a tavola) e la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria con l’utilizzo degli introiti da oneri di urbanizzazione e monetizzazione degli standard per rendere le città più vivibili e quindi più amiche della socialità.
Il tutto lasciando la decisione ai comuni, ovviamente, nell’ambito del proprio potere d’indicare la trama amministrativa da dare al proprio territorio, perché la legge regionale sul Piano casa è solo uno strumento di semplificazione procedurale rispetto a competenze che i comuni già hanno, ma legati da regole molto tortuose e perciò idonee alle lungaggini e alla frustrazione di speranze orientate al benessere.”

https://bit.ly/49k9tdi

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