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TORRE- Coltivazione biologica di Cardoncelli effettuata da due giovani

Nel 2021,l’UNEP(Agenzia Onu per l’Ambiente), in collaborazione con la FAO e l’OMS lanciarono l’allarme: L’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici continuano a crescere del 4,1 % all’anno e con essi aumentano anche inevitabilmente i rischi per la nostra salute, in particolare i pesticidi causerebbero circa 385 milioni di casi di avvelenamento non intenzionale e circa 11000 morti all’anno, per non parlare dei danni di carattere ecologico ed ambientale. Ed è per questo che ci piace mettere in evidenza questa iniziativa di due giovani, il Dottor Ursini Giampiero, biologo presso il Laboratorio di Biochimica clinica e Microbiologia, diretto dalla Dottoressa Valente(Erchie), ed il suo socio , Oronzo Varratta, diplomato presso l’Istituto Tecnico-Agrario, e con una grande passione per l’agricoltura biologica, i quali hanno intrapreso un’ attività sperimentale basata sulla coltivazione in serra del fungo Pleurotus eryngii, comunemente chiamato Cardoncello, senza alcun utilizzo di sostanze chimiche come pesticidi e fertilizzanti, nemmeno per grandi quantità di prodotto coltivato.

”Io ed Oronzo, presi dagli stessi interessi e dalla stessa passione, abbiamo deciso di intraprendere questa avventura l’anno scorso, con la realizzazione di un piccola serra. Già quest’ anno, dopo tanti studi relativi alla biologia del fungo in questione (Pleurotus eryngii o Cardoncello), ed acquisendo anche pratiche di coltivazione sempre migliori, ci siamo perfezionati con lo scopo di ottenere il miglior prodotto possibile senza l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici, cosi da garantire al consumatore una maggiore qualità del prodotto, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche dello stesso.”- afferma Giampiero Ursini– ”Stiamo intraprendendo anche una sperimentazione di un fungo nuovo per la nostra comunità, il quale ancora non si trova in commercio da queste parti, sperando che la sperimentazione dia buoni risultati, ma naturalmente, parliamo sempre di coltivazione biologica al 100 %.”

Conclude Oronzo Varratta : ”Potrebbe apparentemente sembrare un lavoro semplice, ma per produttori di grandi quantità di Pleurotus Eryngii, non è per niente senplice, in quanto l’ eventuale e rischiosa senescenza del prodotto potrebbe addiruittuta uguagliare se non superare la quantità del prodotto sano e vendibile, cosi da indurre il coltivatore ad abbandonare il biologico ed affidarsi a veleni che se da un lato consentono al coltivatore una maggior raccolto, inevitabilmente però, dall’altro lato, quei prodotti chimici finiscono sulle nostre tavole. Comunque considerata la totale assenza di pesticidi, antimuffe, ecc.., siamo obbligati a monitorare la nostra coltivazione, svariate volte al giorno, dedicandole davvero molto tempo, ma lo facciamo con piacere.”

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