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TORRE: DOPO LA FESTA, SI PARTIVA “FORI ALLI FICHI”

Torre Santa Susanna- Cera una volta l’antico mondo della civiltà contadina, dove tutto nonostante il duro lavoro, si trasformava in una  festa. In questo mondo ormai scomparso si svolgeva la raccolta dei fichi la cui rendita economica ha avuto inizio negli anni trenta per cessare poi verso la fine degli anni settanta. Dopo la festa di Santa Susanna il paese all’alba si svuotava e, come da tradizione, si caricavano i traini di masserizie per partire alla volta delle contrade dove vi erano immense piantagioni di fichi ( si nuttava fori alli fichi).

I fichi si raccoglievano e si spaccavano per poi essere essiccati su delle panche costruite con le canne ( la littera o cannizzu). L’essiccamento durava tutto il periodo estivo e, una volta essiccati, i fichi venivano conferiti presso apposite fabbriche per la lavorazione del prodotto che veniva asportato anche in America; note famiglie di imprenditori torresi del prodotto, erano i Tamborrino e D’Andria.Il periodo della raccolta dei fichi, si alternava tra i lavori e i festini da ballo che alla sera facevano dimenticare il duro lavoro. Il  4 Ottobre si rientrava in paese dopo aver consegnato i terreni presi in affitto ai legittimi proprietari. Gli affittuari avevano l’obbligo di consegnare i terreni puliti senza un filo di erba, lavoro che veniva eseguito con l’arte della zappa manualmente. Oltre alla provvista alimentare di fichi secchi, le famiglie traevano il loro sostentamento economico, quest’ultimo venne poi ottenuto grazie alla coltura del Tabacco e del pomodoro, una volta che i fichi persero il loro valore economico commerciale.