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cultura e spettacolo

Radici

appartenuti ad un tempo ormai trascorso, intriso di storie di famiglia e generazioni, da custodire ma anche da trasmettere a figli e nipoti. Storie di uomini e donne che, in un apparente anonimato, hanno contribuito a fare del “loro” Paese, il “nostro” Paese; “cavalieri” e “amazzoni” senza tempo, che con il proprio modus vivendi hanno cavalcato la vita di tutti i giorni, destreggiandosi tra ostacoli a cui hanno saputo non arrendersi.
Figure danzanti lungo il filo della memoria, ispirate e dirette da un’atavica promessa: preservare il patrimonio che compone il passato di ognuno di noi per offrire ai posteri l’opportunità di conoscere i rituali della vita quotidiana di un’epoca giammai troppo lontana.

Il secondo numero della rubrica “Radici” vuole rendere omaggio a .. LuNtunucciu ti la Ureta,personaggio indimenticabile. Al secolo De Lorenzo Antonio natto il 27.1.21 deceduto il 10.7.83.
Chi non lo ricorda steso nella bara sul carro nelle bellissime sfilate del carnevale Torrese?
Chi può dimenticare lu Ntunucciu vistutu ti quaremma piangere la morte di Carnevale? Questa interpretazione gli riusciva in modo perfetto.grazie anche alla sua voce naturalmente in falsetto.Proprio a causa della sua voce furono molte le malignità sul suo conto.
Ma oltre ai ruoli teatrali ,lu Ntunucciu esercitò i più svariati mestieri.Uno in particolare mi è rimasto impresso nella memoria: cameriere do lu Cicciu ti lu barra. Lo ricordo duranti li festi ti acostu ,quando il Bar ti lu Cicciu era ubicato sotto il vecchio Palazzo Municipale in locali confinanti con l’Ufficio Postale,servire ai tavolini pezzi turi gelati e graniti.
Bardato con una giacca che dopo notevoli sforzi si riusciva a capire che era stata bianca e le cui maniche gli arrivavavano appena sotto i gomiti.Si avvicnva ai tavolini,che gli avventori avevano un attimo prima occupato,e nel mentre con la sua inconfondibile voce chiedeva :cce vuliti pezzo duro?,gelato?granita?,con grande rapidità e con uno straccio non proprio lindo puliva il tavolino.
Molti furono gli scherzi anche di pessimo gusto di cui fu vittima,ma non loricordo mai risentito.
Quando passava per il paese molti lo sfottevano,ma a tutti rispondeva a tono,scherzando,ridendo e facendo ridere.
Mai lo ricordo bestemmiare ma solitamente rispondeva :a tei e la………ti mammata. Presente a tutti i funerali,durante le esequie di un giovane,a cui era legato da particolare affetto,lo vidi piangere,appartato,quasi nascosto.
Quando gli chiesi:Ntunù sta chiangi,di botto si asciugò gli occhi e rispose con amarezza:Noni ,iu non ci pozzu chiangiri mai.
Dopo di allora mi è rimasto un dubbio,se per caso lu Ntunucciu non avesse interpretato nella vita,per tutta la vita,coscientemente un certo personaggio e che in realtà fosse diverso da come tutti lo conoscevamo.
Un giorno seppi che era morto,la notizia mi rattristò non poco: con lui se ne andava parte di un mondo,semplice e profondamente pulito.

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