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FINANZIAMENTO A FONDO PERDUTO AI PROFESSIONISTI? NO, TU NO!

Il DL “Rilancio” prevede un contributo a fondo perduto in favore delle partite IVA e dei lavoratori autonomi, ma non vi sarà alcun aiuto per quelli iscritti a casse di previdenza diverse dall’Inps. Perchè adesso si discrimina chi pure si paga la sua previdenza?

Al momento, la ragione dell’esclusione dagli aiuti di un SOLO ceto professionale resta un mistero. L’unica certezza è che, dopo il blocco della Giustizia per quasi tre mesi, alcune categorie professionali che sorreggono il sistema Italia vengono pregiudicate e lasciate senza reddito e senza aiuti. Con loro sono messe in pericolo anche le sorti di decine di migliaia di loro dipendenti: il loro licenziamento è ad un passo.

Dal 2005, Europa e Repubblica Italiana hanno via via equiparato i professionisti – e anche gli avvocati – alle imprese e ciò si è fatto ovunque fosse utile per gli interessi della burocrazia di Stato. Ne sono seguite incombenze e oneri sempre più gravosi, soprattutto per chi esercita l’attività spesso in modo semplificato e da solo.
Ora, proprio mentre si lascia senza alcun progetto di ripartenza l’intero Sistema Giustizia, nemmeno si mantiene ai professionisti del mondo giuridico/economico quella equiparazione all’impresa che tanto aveva pesato negli anni scorsi. Anzi, ora persino li si emargina da quel piccolo beneficio che viene assicurato ad altri professionisti che pure gravano sulle casse della previdenza pubblica.

Senza dimenticare che i professionisti lavorano proprio con quel settore pubblico che, tutt’ora, è interamente parcheggiato a mezzo servizio in quella metafora che viene chiamata “Smart Working”, ma che in realtà è paralisi degli uffici con paga piena garantita ai dipendenti che restano a casa, ma non hanno nemmeno la connessione per il telelavoro.

Se tutto ciò non bastasse, gli avvocati, e gli altri professionisti in pari condizioni, vivono pure la beffa di lavorare proprio con quelle imprese che – per la crisi – saranno aiutate con il “fondo perduto”, ma il loro lavoro autonomo non potrà produrre risultati perchè gli uffici sono congelati ed a loro non arriverà alcun aiuto. E non si racconti che ci sono oltre 200 accordi locali – chiamati protocolli – che spiegano quanti processi si possono fare in teoria, perchè quello che conta è che, nella realtà, non se ne fanno!

La conferma di una siffatta condotta governativa, se si mantiene il lock down alla Giustizia e si ghettizzano i suoi professionisti, non potrà essere che letta come una scelta consapevole di voler uccidere la tutela dei diritti attraverso l’eliminazione economica dei difensori dei diritti.

Per il bene del Paese e per assicurare anche domani la tutela dei diritti dei cittadini italiani, il Movimento Forense lancia il suo grido di allarme e chiede che venga posto rimedio a questa forma di razzismo professionale, ennesimo gesto inspiegabile di questo periodo di emergenza.

MF chiede che siano garantiti gli aiuti economici dati a tutte le Partite IVA anche a favore di quei lavoratori autonomi, avvocati compresi, che tanto contribuiscono al PIL della nostra Nazione ed alla tenuta del nostro ordinamento.

Massimiliano Cesali
Presidente nazionale del Movimento Forense